La ricerca che ha condotto all’ipotesi che sia stato il terremoto del 1908 a far cambiare il DNA della popolazione dello stretto è iniziata quattro anni fa, nella banca del Cordone ombelicale di Sciacca, quando, gli scienziati Lillo Ciaccio e Michela Gesù, hanno cominciato a studiare i rapporti fra DNA e ambiente. I loro studi si sono indirizzati verso quella parte dei DNA (hla) che subisce le pressioni ambientali. La ricerca è iniziata con l’esame dei risultati dei 10 000 test già effettuati nella banca ed è apparsa subito evidente la grande eterogeneità del sistema Hla della popolazione siciliana. A Messina, una molecola di questo DNA, il dr11, è presente nel 54% della popolazione. A Caltanissetta nel 44% e a Trapani nel 38%. Queste differenze sono in contrasto con a legge di Hardy/Weimberg, secondo la quale le caratteristiche genetiche, in una popolazione in cui gli accoppiamenti avvengono a caso, tendono a rimanere costanti, anche nelle diverse generazioni, in assenza di pressioni evolutive e di forti migrazioni. A questo punto è nata la curiosità di verificare se a Reggio, la frequenza del dr11 fosse uguale a quella di Messina e la sorpresa è stata grande quando è stato constatato che non solo Reggio e Messina hanno la stessa frequenza, ma anche Vibo Valenzia e Caltanissetta. Alla luce di questi dati è apparso chiaro che le popolazioni di territori equidistanti dallo stretto, hanno in comune la stessa caratteristica del DNA. Lo stretto, dunque, potrebbe essere l’epicentro di un vento che ha indotto il DNA a modificarsi. Il pensiero è andato subito al terremoto del 1908 che ha distrutto Messina e gran parte di Reggio e l’intuizione ha trovato riscontro nella perfetta sovrapponibilità della carta che raffigura le onde sismiche del terremoto del 1908 con la carta costruita con le frequenze del dr11 nel territorio siciliano e calabrese. Nel laboratorio dei carabinieri del Ris di Messina, ci sono già le clavicole degli scheletri di 100 soggetti morti in data antecedente al terremoto del 1908. Da ogni clavicola il maggiore Sergio Schiavone ed il capitano Carlo Romano, faranno l’estrazione del DNA, e successivamente, verrà eseguito il test del DNA. Se la frequenza del dr11, risulterà inferiore nei soggetti deceduti prima del terremoto, l’ipotesi si tramuterà in certezza: il DNA di una popolazione non è eterno.Se con le nostre ricerche – dicono Lillo Ciaccio e Michela Gesù – riusciremo a capire con quale meccanismo la natura riesce a trasferire con priorità i geni che servono in un determinato momento, in futuro, copiando questo meccanismo, possiamo selezionare i geni che vogliamo trasmettere ai nostri figli. I dati fin qui raccolti verranno illustrati in un convengo che si terrà a Sciacca, il prossimo 6 marzo alla presenza del ministro dell’ambiente, Stefania Pretigiacomo e del presidente della lega navale italiana, ammiraglio De Donno.
Franco Iacch
Fonte: AgrigentoFlash.it
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