Il rapporto che lega il trascendentale con gli esseri umani è qualcosa che nel corso dei secoli, l’uomo ha cercato di spiegare in ogni modo. Il credere in qualcosa che tutto governi e tutto controlli è nata con l’uomo, che di fronte alla grandezza dell’universo, ha cercato di rifugiarsi in qualcosa di più grande di lui. La fede è qualcosa che si ha o non si ha. In una vita piena di delusioni, sentimenti traditi, ambizioni e cattiveria, si sente anche il bisogno e il dovere di credere in quel qualcosa proprio perché, a volte, non ci sono altri rifugi. E magari capita che, passando per strada, con i sentimenti in subbuglio per le strani sensazioni della vita, ci si imbatte in qualche immagine sacra, in qualche crocifisso e a volte, la sola visione di quel riflesso di fede serve a riscaldare il cuore. Poi avvengono fatti come quelli di sabato scorso, quando un crocifisso, in contrada Carabbollace, a Sciacca, è stato preso a sassate per chissà quale motivo. Il sentimento di rabbia che prevale guardando queste scene sono le stesse che si provano quando si sentono notizie di stupri o di violenze su bambini. E’ la rabbia di chi non si riesce a spiegare il perché di questo accanimento contro un indifeso. Un’ immagine sacra agli occhi degli uomini che decidono di creder in essa è indifesa, sembra un paradosso. Alcuni parlerebbero di libero arbitri. E siamo a questa notte: un quadro della Madonna delle Grazie di Trapani, posta in una colonna votiva (nella foto) da circa 40 anni, in vicolo Sammaritano è stata rubata da ignoti. L’immagine rubata della Madonna è di pochissimo valore commerciale, è una fotocopia, ma in questi casi è il valore affettivo quello che conta. Cosa stia succedendo nella città che due volte l’anno riversa migliaia di fedeli per strada per onorare la patrona della città, è senza dubbio un mistero. Adesso si sfregiano e si offendono le immagini sacre. E’ solo cattiveria di chi si sente più solo di quanto pensi di essere.
Franco Iacch
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