L’Acqua Santa delle Antiche Terme ritorna a sgorgare. Si tratta di acque “miracolose” dal punto di vista terapeutico, riconosciute di altissime capacità diuretiche e lassative. Il tutto con l’ausilio della sola natura e delle immense caratteristiche del bacino idrotermale di Sciacca. Le “Antiche terme Selinuntine” costituiscono uno dei preziosi patrimoni di proprietà delle Terme saccensi.
L’antico sito, posto a est della città termale, al suo ingresso, è sotto l’attenzione dell’amministratore unico della società termale, Carlo Turriciano, e del suo consulente Michele Marciante. E’ iniziata un’azione di bonifica del sito con la pulizia della sorgente della preziosa acqua sulfurea e la rimozione delle erbacce e dei numerosi rifiuti abbandonati in ogni dove. Il sito è ridotto in evidente stato di degrado, pur ristrutturato negli anni passati.
La pulizia della sorgente dell’acqua e il suo sgorgare rappresentano tappe propedeutiche per un’azione di rilancio più complessiva che richiede, però, notevoli somme. Ma è, senza dubbio, un passo importante anche per convincere la Regione a prendere meglio coscienza del proprio patrimonio. Basta ricordare che la preziosa acqua, dagli effetti terapeutici miracolosi per le patologie intestinali, si disperde in mare. Sono 3,5 litri al secondo che, letteralmente, si buttano. Uno scempio di immane proporzioni. Si consente, dunque, che una preziosa risorsa naturale del bacino idrotermale anziché sfruttarla adeguatamente si preferisce farla disperdere. S
ono i paradossi di una Regione incapace di fare impresa e di gestire il proprio patrimonio. Eppure, avevano ben visto i saccensi quando sottoscrissero le azioni per far nascere le terme. Una visione lungimirante terminata, poi, con la regionalizzazione delle terme. Oggi più che mai, in procinto della privatizzazione delle terme, è necessario riflettere sul ruolo che la città di Sciacca deve rivestire nel rilancio termale. Un ruolo che non può essere, certamente, marginale.
Intanto, quel sito di straordinaria bellezza, le Antiche Terme, va riqualificato dopo anni di abbandono. Al suo interno vi sono ancora vasche in marmo di antica fattura. Alcune sono state rubate. L’interno del sito è stato utilizzato da barboni. Ma vi si è fatto di tutto e di più. Un principio di incendio a devastato porte e intonaci.
Sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale avviasse un ulteriore azione di sensibilizzazione del patrimonio termale nei confronti della Regione, chiedendo, in vista del nuovo assetto societario, una maggiore capacità decisionale.
Fonte: Corriere di Sciacca
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