E'
uno degli oltre 300 mila “cervelli” che negli ultimi dieci anni hanno
lasciato l'Italia per affermarsi nei rispettivi campi professionali.
Emiliano Navarra, saccense di trentasei
anni, cardiochirurgo, dopo la laurea all'università di Palermo e la
successiva specializzazione, è stato “prelevato” da una clinica belga e
nei giorni scorsi ha realizzato il primo bypass coronarico
robot-assistito della Vallonia, una delle tre regioni che formano il
Belgio.
Una passione, quella per la
cardiochirurgia, che gli è stata trasmessa durante gli studi
universitari dal suo insegnante, il professore Giovanni Ruvolo. Nel 2010
il medico saccense è diventato responsabile del servizio di chirurgia
cardiovascolare e toracica alla Clinica Universitaria di Saint-Luc, a
Bruxelles. Un anno dopo una nuova scelta professionale, il ruolo di
ricercatore alla clinica Universitaria di Mont -Godinne, responsabile
del programma di cardiochirurgia robotica e mininvasiva del servizio di
chirurgia cardiovascolare del centro.
La chirurgia robotica è ormai il futuro
della medicina mondiale ed i passi in avanti fatti a livello mondiale
inducono i giovani medici ad ulteriori approfondimenti scientifici.
Passi in avanti di grande prestigio quindi, che purtroppo vengono fatti
all'estero, lontano dai luoghi dove si era formato.
Un ritorno in Italia ? Per il momento
sembra impossibile, la carriera del giovane cardiochirurgo saccense è in
piena ascesa, i familiari a Sciacca lo vedono ormai in poche occasioni e
sono anzi loro, il ceramista Pippo Navarra e la moglie insegnante, Iana
Fauci, a fare spesso viaggi in Belgio per incontrarlo. D'altronde,
secondo alcune ricerche chi va via poi difficilmente torna indietro: da
una ricerca è emerso di recente che ciò che spinge i ricercatori
italiani a migrare all'estero non è solo il desiderio di esperienza,
quanto l’insofferenza verso il sistema clientelare che impedisce di
affermarsi professionalmente e di fare quindi valere le proprie
conoscenze.
Navarra ha studiato in Sicilia e
riconosce il valore di quegli insegnamenti, ma ha poi capito che
l'estero gli garantiva ulteriori spazi di crescita. E nel 2012, non a
caso, ha vinto il premio alla memoria di Walton Lillehei in occasione
del XXVI meeting internazionale dell’associazione europea di chirurgia
cardio-toracica tenutosi a Barcellona, per il suo lavoro sul ripristino
della valvola aortica bicuspide, assegnato ogni anno al giovane
ricercatore che si è distinto per le sue innovative ricerche nel campo
della cardiochirurgia. Il suo lavoro è stato selezionato tra oltre 300
lavori provenienti da tutto il mondo.
Fonte: corriere di Sciacca
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