Arriva l'abilitazione ad impiegare per finalità di studio le sacche di sangue non idonee all’uso clinico
La
"buona sanità" è anche a Sciacca con il riconoscimento che arriva dal
ministero della Salute per la Banca del cordone ombelicale che si apre
nel settore della ricerca scientifica attraverso l’autorizzazione
concessa dal Ministero ad impiegare per finalità di studio le sacche di
sangue non idonee all’uso clinico.
Con una nota indirizzata alla Direzione
generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, l’Istituto
superiore di Sanità, per il tramite del Centro nazionale sangue e
trapianti, ha concesso la modifica di destinazione d’uso delle sacche
inidonee purché, si precisa, al momento della raccolta del cordone sia
stata esplicitamente dichiarata dalle donatrici la possibilità dell’uso
per la ricerca.
Il significato della concessione
ministeriale apre nuovi scenari per la “banca” saccense qualificando la
stessa nel settore scientifico e consolidando le collaborazioni sia in
ambito universitario che comunitario", spiega il manager dell'Asp di
Agrigento.
Per la struttura sanitaria si tratta, in
altri termini, di un nuovo riconoscimento dopo quello, storico,
ottenuto lo scorso novembre quando, ancora il Ministero della Salute, ha
sancito il pieno accreditamento della banca conferendo il parere di
conformità agli standard nazionali ed internazionali oltreché ai
protocolli operativi in atto.
“Il risultato odierno - afferma il
Direttore generale ASP, Salvatore Lucio Ficarra – aggiunge prestigio ad
una struttura alla quale, dopo anni difficili, è stata conferita piena
dignità. Gli sforzi compiuti lungo questa direzione consentono adesso
alla banca saccense di valicare l’ambito prettamente sanitario per
affacciarsi alla ricerca scientifica e così contribuire, in maniera
ancora più incisiva, ad incrementare le possibilità di guarigione per
tutti quei pazienti , affetti da leucemia o da altre patologie
oncoematologiche, curabili con le tecniche del trapianto”.
La banca cordonale ombelicale del
“Giovanni Paolo II”, così come tutte banche cordonali in Italia,
conserva le cellule staminali già commissionate verso il sistema
ematopoietico e destinate alla rigenerazione dei globuli bianchi, rossi,
e delle piastrine. Si tratta di un formidabile strumento che, non a
caso, viene spesso indicato in gergo medico “tecnica rescue” i quanto si
presenta come un vero e proprio meccanismo di salvataggio attraverso
cui ripopolare, in una ventina di giorni, il midollo osseo.
Fonte: Corriere di Sciacca
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